L’auto-dimostrazione del ciclo della vita, paradigma del nuovo modello di sviluppo life giving-life, unico possibile verificabile a priori.

L’unica via della vita
Prendere atto delle sue logiche, non immaginarle
Punto sintetico del cristianesimo. 5
Il Paradigma della dottrina sociale cristiana. 5
Le due gambe del cristianesimo. 6
1. Esplicitazione della natura umana. 7
2. I medesimi princìpi e criteri di sviluppo garantiscono l’universalità. 7
La vita è logica vivificante. 8
La vita è logos, logica interna vivificante l’organismo. 8
La vita organica è logica dell’azione necessariamente auto-costruttiva. 8
Possiamo esistere solo attraverso la logica d’azione comunitaria. 9
Il ciclo di trasmissione della vita vitale e vitalmente operante. 9
Facciamo il punto sulla natura umana. 9
3. Tutto il logos della vita nelle sue 5declinazioni 10
I fattori che permettono l’esistere del ciclo super personale del logos vitalmente operante. 10
Il dinamismo continuo ciclico dell’esistere umano. 11
4. Il ciclo della vita sorgente di etica e culturale. 14
La cultura è intrinseca al ciclo. 14
I valori irrinunciabili si infilano in ogni attività umana. 15
5. La consistenza di “logos” dell’agire permette l’universalità reale del ciclo. 16
6. Ogni scienza dell’umano realizza il ciclo di trasmissione del logos della vita. 16
6a-Il paradigma è un indicatore di prestazione. 16
6a.1 La produzione pari al consumo costituisce il fondamento dell’economia industriale. 17
6a.2 Passaggio da grafico a formula attraverso immagini 17
Traduzione del paradigma in linguaggio matematico. 19
6a.3 Studiare il paradigma in formato matematico-quantitativo. 19
6a.4 Introduzione del dinamismo economico-industriale. 20
6a.4b Introduzione nel paradigma economico l’ipotesi di eccesso di risorse. 20
6a.4c Collegamento alla scienza economica del ciclo di trasmissione del logos della vita. 21
6a.5 Il nominatore produzione industriale “p” della formula e del paradigma. 21
6a.5b L’adeguamento della parte produzione industriale alla formula ciclica. 22
6a.5c corrispondenza del paradigma alla formula del PIL. 22
6a.5d il perfezionamento dell’indice nella sua ciclicità. 23
Taking stock lo sviluppo del paradigma comporta lo sviluppo di qualsiasi scienza. 23
7. La struttura costruttiva e di controllo, la sussidiarietà. 25
7.0 Il paradigma è un unico ciclo costituito esclusivamente da cicli 25
7.1Strumento piani costruttivi del ciclo. 25
Struttura del ciclo di trasmissione del logos della vita. 26
7.2 Strumento matrice costruttiva ciclica. 26
Matrice unitaria del paradigma. 27
7.3 Strumento caratteristiche universali della prassi costruttiva. 27
7.3.a le caratteristiche della prassi sono mostrate dal ciclo. 28
7.4Strumento caratteristiche universali dei controlli 28
8. La sequenza o teoria delle forma cicliche. 32
8.1 rilevazione dei processi, determinazione delle parti necessarie. 32
8.2 sintesi tra logiche nei sottocicli 32
9. L’indice generativo delle 5 declinazioni, il nuovo PIL. 33
9.1 La produzione della realtà storica vitalmente operante attraverso un unico ciclo dinamico. 33
9.2 le 5 matrici dello sviluppo integrano ogni attività umana. 33
Applicazioni del paradigma al manifesto. 34
Esplicitazione della natura umana. 35
Approccio olistico ed interdisciplinare. 35
Fine stesso della sostenibilità. 35
Bene comune da cui discende ogni bene umano. 36
L’unica via della vita
La via religiosa
Richiede presenza atto di fede, via non scientifica
Punto sintetico del cristianesimo
Dal Logos, quale sintesi del cristianesimo, è facile ritrovare il paradigma della nuova epoca attraverso la religione. Il percorso risulta semplice.
S. Giovanni evangelista (1lettera 1 capitolo versetti 1 e 2)
1G 1:1 Ciò che era fin da principio, ciò che noi abbiamo udito, ciò che noi abbiamo veduto con i nostri occhi, ciò che noi abbiamo contemplato e ciò che le nostre mani hanno toccato, ossia il Verbo (logos) della vita (zoé=vita in quanto tale)2 (poiché la vita si è fatta visibile, noi l’abbiamo veduta e di ciò rendiamo testimonianza e vi annunziamo la vita eterna, che era presso il Padre e si è resa visibile a noi). (versione CEI della bibbia)
S. Giovanni evangelista Prologo la vita è la luce del mondo v 4
Gv 1:4 In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini;
Benedetto XVI centralità del logos per la ragione cristiana
«[logos] la parola in cui tutte le vie spesso faticose e tortuose della fede biblica raggiungono la loro meta, trovano la loro sintesi»
Il Logos della vita è la luce degli uomini ed è il centro del cristianesimo, ma questo fondamento raggiunge solo i teologi.
Il Paradigma della dottrina sociale cristiana
È facile arguire il paradigma anche a partire dalla Dottrina Sociale Cristiana fatta per incarnare il Dio-Vita in quanto tale.
- Ciò che dobbiamo realizzare sono processi[1] (della vita),
- Composti dai 5 princìpi della dottrina sociale cristiana[2] (della vita).
- Processi e princìpi, che sono ordinati in un unico modello di sviluppo (vitalmente operante).
«194. Affinché sorgano nuovi modelli di progresso abbiamo bisogno di «cambiare il modello di sviluppo globale», [136] la qual cosa implica riflettere responsabilmente «sul senso dell’economia e sulla sua finalità, per correggere le sue disfunzioni e distorsioni».[137] Non basta conciliare, … si tratta di ridefinire il progresso.»
Le due gambe del cristianesimo

Le due gambe sono da una parte la Vita che salva, dall’altra la costruzione del Modello di sviluppo umano, per via scientifica e che per questo non può fare a meno del paradigma della vita come sua anima e fondamento.
La società, proprio perché può solo costruirsi attraverso la scienza, rifiuta Dio-vita come propria anima e fondamento e richiede, invece, il paradigma della vita quale fonte dei princìpi laici, per costruire il Modello di sviluppo indicato al 194.
« 2423 La dottrina sociale della Chiesa propone principi di riflessione; formula criteri di giudizio, offre orientamenti per l’azione»[3]
La via laica
Paradigma dimostrabile scientificamente, e quindi base immediatamente necessaria allo sviluppo della scienza dell’umano.
Paradigma della vita
È tempo di una Grande Alleanza trasversale su “i fondamentali”: non è utopia, è la sopravvivenza stessa dell’umano.
1. Esplicitazione della natura umana
La caratteristica del nuovo paradigma rispettoso della vita e del suo dinamismo è la sua necessità di essere a carattere scientifico e non religioso.
Il primo ostacolo è la scelta del paradigma della scienza utilizzabile, universale per l’uomo dalla foresta Amazzonica a Pechino, e che si deve auto-dimostrare con assoluta certezza a ciascun uomo.
La presa d’atto iniziale di ogni uomo può essere il fondamento che cerchiamo. In parole essa suona così: “io sono organismo vivo, non mi sono fatto da me, un vivente mi ha trasmesso la vita”. Il fondamento, infatti, non può essere contestato. Proprio per il fatto che posso contestare non posso negare:
- Di essere vivo
- Di essere un soggetto che ha prodotto un’azione;
- Di essere composto di materia organica;
- di non essermi fatto da me;
- che l’azione che mi ha generato dipenda da un altro vivente.
La vita organica necessariamente si è mostrata a ciascuno, e quindi è di carattere oggettivo ed universale, la sua esistenza si dimostra da sé, con assoluta certezza a ciascuno, è stata presente fin dalla nascita dell’umanità e sarà presente sino alla sua scomparsa, è necessaria all’esistere, è conoscibile e certamente conosciuta da tutti.
Superato questo primo ostacolo del riconoscere quale sia principio epistemologico della scienza necessaria abbiamo trovato un centro di gravità permanente attorno e valori condivisi e trasversali: tutti i valori irrinunciabili, infatti, sgorgano da essa. E con essi la cultura[4].
2. I medesimi princìpi e criteri di sviluppo garantiscono l’universalità
La ricerca del metodo, necessaria alla presa d’atto iniziale di ogni uomo, il fondamento trasversale che cerchiamo, passa attraverso una prima comprensione di ciò che ci si è manifestato: “io sono organismo vivo, non mi sono fatto da me, un vivente mi ha trasmesso la vita”.
Il metodo utilizzato per questa prima esplicitazione è il princìpio di non contraddizione (o trascendentale logico universale), metodo che è contenuto nella stessa presa d’atto A = A, A≠B, tertium non datur. Infatti, sono vivo, vivo e morto non coincidono, non c’è alcuna altra possibilità.
Io&vita
L’io, unico e irripetibile, non coincide con la vita che invece è molteplice e ripetibile all’interno della stessa presa d’atto; infatti, un vivente mi ha trasmesso la vita. L’unica conclusione logica possibile è che l’io e la vita siano entità diverse pur essendo unite dalla stessa presa d’atto. La presa d’atto iniziale mi mostra l’uomo reale come realtà complessa di un soggetto “io” e della “vita” che gli viene trasmessa.
La vita è logica vivificante
La vita è un elemento logico, onto-logico in realtà, perché precede la nascita del primo organismo vivente. La teoria dell’evoluzione, infatti, ci racconta che la vita l’abbiamo ricevuta dai nostri genitori, e questi dai loro genitori, in una catena infinita che arriva al primo vivente.
Ma il primo vivente che non si è fatto da sé… da chi l’ha ricevuta?
A questo punto la teoria ci racconta (per il punto in esame, non importa se bene o male) che l’enorme frullatore del Caos alla fine ha disposto le molecole organiche morte in un certo modo, organizzandole attraverso quella logica organica funzionale che chiamiamo vita.
La vita è logos, logica interna vivificante l’organismo
La teoria dell’evoluzione ci spiega che la logica organica funzionale è una logica vivificante che entra a far parte di un organismo. Infatti, ci spiega sempre la teoria dell’evoluzione, il logos della vita per vivificare si fa logica interna alla materia, vivificandola tanto da generare l’organismo; ma il logos della vita non è la materia che senza di essa era e ritorna ad essere materia morta.
Anche la natura esclusivamente non materiale della vita considerata in quanto tale, giustifica la scelta di usare il principio di non contraddizione per il suo studio. Due logiche diverse sono due entità diverse, due logiche uguali sono la stessa logica, come avviene nei numeri. A=A , A≠B, tertium non datur.
L’uomo è realtà complessa di un soggetto “io”, “vivo”, che è organismo impastato di materia. La percezione “Io sono organismo vivo” è la presa d’atto di ogni vivente organico.
La vita organica è logica dell’azione necessariamente auto-costruttiva
Sempre usando il principio di non contraddizione, prendere atto di essere organismo realtà complessa, un io animato da un proprio principio vitale, mostra, nel contempo, la necessità di vivere ed agire a titolo proprio. Questa necessità interna di agire distingue l’organismo vivo dalla materia morta; l’agire a titolo proprio è necessario nella misura in cui questo agire è azione auto-costruttiva di sé e questa azione è auto-costruttiva di sé stessi quando è vitalmente operante. L’azione auto-costruttiva organica del sé vivo deve perciò avvenire in modo coerente ed univoco, e, poiché l’organismo è impastato di materia, avviene in un certo spazio e tempo. Per es.: Italia, a Verona, a partire da 30/10/1992
Punto della situazione
Possiamo riassumere ciò che abbiamo ricevuto dalla presa d’atto circa noi stessi così: siamo realtà complessa di io, organismo e vita, animata da un proprio principio vitale, e quindi capace di vivere ed agire a titolo proprio, attraverso un’azione auto costruttiva vitalmente operante, coerente ed univoca nello spazio e nel tempo.
La necessità di esistere
Il manifestarsi in un certo spazio e tempo di qualsiasi presa d’atto risulta condizionata dall’effettiva esistenza umana: la mia presenza è condizionata all’agire di un altro vivente che la trasmette e, nel caso dell’umanità, dall’azione di due viventi liberi. L’esistere umano esce necessariamente dall’auto-costruzione di sé stessi.
Possiamo esistere solo attraverso la logica d’azione comunitaria
La vita è un software, è spirito, è logica dell’agire. Guardando alla logica dell’azione di trasmissione della vita, il principio di non contraddizione ci mostra che la logica dell’azione auto-costruttiva non è la logica dell’azione comunitaria.
La libertà umana ci spiega che non è necessario per la singola persona adottare per i propri comportamenti la logica comunitaria: può essere adottata o meno, non fa parte dell’autocostruzione del singolo, ma è presente da sempre.

Infine, la presa d’atto dell’essere libero ci spiega che è la logica dell’agire comunitario che presiede al trasmettere il logos della vita, non la logica auto-costruttiva del singolo, io, libero, perché non costretto ad assumerla.
Il meccanismo universale dell’esistenza contenuto nella presa d’atto richiede necessariamente la presenza e il funzionamento di una certa logica comunitaria, liberamente scelta, ma funzionale alla trasmissione della vita, ossia vitalmente operante.
Il ciclo di trasmissione della vita vitale e vitalmente operante
Nessuna sorpresa in queste osservazioni, ed è giusto non trovare nulla di strano, stiamo precisando il paradigma dell’umanità per poi usarlo come strumento fonte di princìpi, criteri, direttive per l’agire quotidiano.
Infatti, questa realtà conosciuta e praticata da sempre la chiamiamo ciclo di trasmissione della vita. Le logiche di sviluppo di persona e comunità sono interne all’esistere umano (sono logos) non possono essere separate, fin dal primo istante siamo &organismo&ciclo.
Facciamo il punto sulla natura umana
Possiamo riassumere aggiungendo anche questa nuova caratteristica. Esistiamo come “realtà complessa di io, organismo e vita, animata da un proprio principio vitale, e quindi capace di vivere ed agire a titolo proprio, attraverso un’azione auto-costruttiva coerente ed univoca nello spazio e nel tempo come entità ciclica personale e super personale vitalmente operanti”.
3. Tutto il logos della vita nelle sue 5declinazioni
Per garantire la scientificità del paradigma, questa prima analisi deduttiva della presa d’atto universale deve restare dentro l’oggetto e il metodo di cui abbiamo preso atto.
I fattori che permettono l’esistere del ciclo super personale del logos vitalmente operante
I dati demografici ci espongono una volta di più che occorre rimanere nel paradigma certo, percorrendo la strada della logica interna al ciclo della vita, che identifichiamo con la parola logos, (minuscolo), perché interna al ciclo stesso, una sorta di “ istruzioni d’uso” che lo fanno esistere.
- All’interno del ciclo della vita abbiamo preso atto della trasmissione del logos biologico (impastato nella materia dell’organismo) già fatto e finito.
- Ma questa trasmissione “tutta e subito” avvenuta nel concepimento, pur avvenendo nello stesso istante, non coincide con quella che anima la persona, libera perché con la sua scelta deve costruirsi progressivamente nel suo logos profondo, in un certo luogo e tempo. Infatti, mentre la logica dell’individuo organico di papa Francesco e Putin coincidono tra loro, certamente non coincide la loro costruzione di persona: l’una è vitalmente operante, l’altra no.
- La dimensione comunitaria umana è quella che, scelta liberamente nel suo logos (nella logica interna che la fa funzionare), opera la trasmissione della vita: la conosciamo da sempre si chiama famiglia, ma essa sola non basta. I due genitori provengono da due famiglie e liberamente si uniscono in una comunità familiare, si uniscono per poter generare una singola nuova famiglia.

- Questa necessità di una ulteriore struttura sociale e del suo logos vitalmente operante si trova sempre all’interno del ciclo della vita, ed è appunto la “società vitalmente operante” la cui realizzazione è lo scopo finale di tutte le strutture sociali. Mancare questo obbiettivo dell’auto-costruzione sociale produce appunto ciò che stiamo vivendo in Italia: l’estinzione programmata.

- La società industriale è o, meglio, dovrebbe essere, la madre dell’economia industriale, quella stessa economia industriale che oggi, per la sua mancanza di logica interna vitalmente operante (o logos) per ogni dimensione della vita, distrugge sé stessa distruggendo l’ambiente.
- Mentre, invece, è proprio quell’ecosistema integrale, oggi distrutto con sistematicità, che sostiene nel tempo la presenza della nostra dimensione organica di individuo materiale con il suo logos biologico …
La conclusione è inevitabile, perché contenuta fin dall’inizio nella presa d’atto del nostro esistere: l’unico ciclo di trasmissione del logos della vita umana ha 5declinazioni laiche che, ovviamente, sono il fondamento di PianoB e il costituente necessario alla sua riuscita.
Il dinamismo continuo ciclico dell’esistere umano
Il ciclo di trasmissione del logos della vita umana, inalterabile nella logica interna che ne permette l’esistere, non si costruisce da sé nello spazio e nel tempo, va costruito in continuazione dalla scelta libera e dalla pratica umana. Il ciclo pentavalente va perciò rappresentato come dinamico.

Il punto della situazione
Il ciclo di trasmissione del logos della vita è già reale, è già in atto, ha prodotto l’esistenza di qualsiasi lettore.
Il ciclo pentavalente è il paradigma il cui logos rappresenta le “istruzioni d’uso” per l’esistere dell’umanità.
La base di qualsiasi scienza che riguarda l’umano incorpora il suo paradigma, il ciclo pentavalente. Anche l’economia.
Rileviamo che a queste 5 declinazioni vanno aggiunte quelle religiose, ma oggi la cosa non ci compete.

Parte seconda
Dalla base antropologica
Mai pensare che il ciclo della vita sia una bella teoria, non è mai stato teoria.
Esso è la sorgente e il fine laico della vita.
4. Il ciclo della vita sorgente di etica e culturale
L’auto-costruzione attraverso il logos di trasmissione della vita ha già il volto della cultura e dei valori.
La cultura è intrinseca al ciclo
Nel ciclo di trasmissione del logos della vita ciò che è super-personale si tramanda nel tempo sotto forma di cultura. La cultura si esprime attraverso logiche di riferimento per l’azione: i valori.
La cultura della vita è necessaria a costituire una società libera, ogni popolo è natura e cultura.

Per questa presenza diretta nel ciclo di trasmissione del logos della vita, la mancanza della cultura vitalmente operante produce una civiltà/umanità incapace di replicarsi nel tempo.
Bene e male
La presenza della necessità dell’azione della costruzione universale e necessaria del ciclo di trasmissione del logos della vita consente di produrre un giudizio oggettivo, universale nello spazio e nel tempo.
Bene è tutto ciò che produce vita. Male è tutto ciò che combatte la vita.
Questa distinzione è vera perché necessaria all’esistere del ciclo.
La libertà reale
La possibilità di scegliere tipica dell’umano non coincide con la libertà del vivente che, invece, è auto-costruzione. Posso scegliere di cessare (di suicidarmi), ma questo logos dell’azione non mi ha fatto libero, ha solo posto fine a qualsiasi libertà.

La libertà reale è realizzare tutto sé stessi, ogni aspetto che ci fa esistere. Abbiamo osservato la realtà, in essa la persona autonoma e sovrana in sé stessa, ma la sua azione, umana prima che LAICA, può garantire la propria esistenza quando realizza tutte e cinque le declinazioni del ciclo di trasmissione del Logos della vita organica. Le declinazioni si sorreggono l’un l’altra attraverso la dialettica “vita tua vita mea”.
Il modello di sviluppo che lo rende possibile si chiama Life giving-life.
La libertà reale è vera perché necessaria all’esistenza del ciclo ed è quindi valore irrinunciabile.
Al contrario il logos «Mors tua vita mea», inserito nel meccanismo di sviluppo costruttivo universale dell’economia industriale consumista, rende impossibile il ciclo unitario della vita che ci fa esistere, e di conseguenza la libertà reale.
Dai “nuovi” limiti organici della libertà zampillano prepotenti l’uguaglianza, la fraternità, e la complementarietà.
Eguaglianza universale
Eguaglianza nella dignità delle dimensioni umane, poiché solo insieme formano un ciclo, e ciascuna è parte dell’unico ciclo che libera trasmettendo il logos della vita.
Anche l’eguaglianza è un valore oggettivamente irrinunciabile, perché necessario all’esistenza del ciclo.
Fraternità universale
Nel ciclo di trasmissione del logos della vita esistiamo solo con l’altro, con la collaborazione dell’altro in senso vitalmente operante.
Anche la fraternità è un valore oggettivamente irrinunciabile, perché necessario all’esistenza del ciclo.
Organicità
È un valore che sgorga dal ciclo assieme alla fraternità. Si tratta della Complementarietà organica, esistiamo in modo diverso tra noi, ma organico tra di noi e col tutto.
Si può utilizzare organicità per sintetizzare in una unica parola la complementarietà organica del nostro agire in funzione della trasmissione del logos del ciclo della vita.
Anche l’organicità è un valore oggettivamente irrinunciabile, perché oggettivamente necessario all’esistere del ciclo della vita.
I valori irrinunciabili si infilano in ogni attività umana
In questo esempio vediamo come cultura e valori si sono infilati nella norma internazionale per la costruzione dell’organizzazione durevole UNI EN ISO 9004: 2018

Generalità
Un’organizzazione viene definita dalla propria identità e dal proprio contesto. L’identità di un’organizzazione è determinata dalle sue caratteristiche, basate sulla sua mission, Vision, sui valori e sulla sua cultura. La mission, la vision, i valori e la cultura sono interdipendenti e la relazione tra loro dovrebbe essere riconosciuta come dinamica.
Bene e male, libertà, uguaglianza, fraternità, organicità
Da sempre sono valori che esprimono aspetti del ciclo di trasmissione del logos della vita. Costituiscono i valori irrinunciabili, perché rinunciare porta all’estinzione umana.
5. La consistenza di “logos” dell’agire permette l’universalità reale del ciclo.

Anche la norma ISO 9004, a cui abbiamo appena fatto riferimento, è costituita da criteri che permettono la singola applicazione pratica. L’applicazione pratica non è mai universale, anche quando può essere copiata in situazioni analoghe.
Il ciclo di trasmissione del logos della vita entra nel reale grazie alla sua consistenza di logica applicabile all’agire. L’interconnessione attraverso il logos della vita è già presente e reale anche quando disattesa ad ogni livello.
L’applicazione di questa universalità pentavalente comprende anche l’ambiente permettendo il calcolo dell’equilibrio nello sviluppo.
L’essere principio costituito da criteri di sviluppo è prerogativa irrinunciabile dell’esistere del paradigma umano ciclo di trasmissione del logos della vita.
6. Ogni scienza dell’umano realizza il ciclo di trasmissione del logos della vita
6.1a – Il paradigma è un indicatore di prestazione
L’indicatore del PIL è la traduzione del paradigma dell’economia
Riconoscere il paradigma della vita organica è una cosa così strana che probabilmente ci sfugge la sua posizione nella gestione del reale storico che ci circonda. Per renderci conto della sua portata osserviamo la presenza del paradigma nell’indice di prestazione economica che chiamiamo “PIL”.
6.1b – La produzione pari al consumo costituisce il fondamento dell’economia industriale

Quando osserviamo questo grafico vediamo un unico ciclo costituito da molte logiche.
- La produzione industriale nasce con l’energia artificiale che moltiplica la forza dell’uomo
- La produzione in eccesso resta invenduta e costituisce un handicap.
- La produzione industriale conviene quando ha maggior qualità e minor prezzo di quella artigianale.
- La produzione industriale richiede denaro, perché globalizzata nelle vendite e nelle materie prime.
- La produzione industriale ad oggi garantisce la sopravvivenza dell’umanità.
6.2 Passaggio da grafico a formula attraverso immagini
Credo che passare attraverso le immagini sia il processo più chiaro, facile ed efficiente per intuire il legame tra scienza¶digma e trarre conclusioni.
2a. L’immagine del fondamento dell’economia si può ruotare di 90° e vedere anche così, in verticale.

2b. Il corretto rapporto logico tra produzione e consumo produce la sopravvivenza e nello stesso tempo descrive l’efficienza. Indichiamo come tutte le logiche del grafico soddisfano la sopravvivenza.

2c. L’eccesso di produzione resta invenduta e produce guai, la mancanza è fame e guai. La sopravvivenza è soddisfatta quando la produzione soddisfa il consumo, ossia offerta / domanda = 1

2d. Il denaro per il consumo viene dall’industria e ad essa ritorna e quindi nel grafico evidenziamo con due frecce lo scambio in denaro.

2e. Infine usiamo singole lettere-simbolo in sostituzione della descrizione dei criteri logici per occupare meno posto.

2f Possiamo includere nel grafico e nella successiva formula anche lo scambio in denaro in quanto esso avviene in entrambe le direzioni. Lo includiamo calcolando in € la formula.


Il significato resta quello del paradigma da cui siamo partiti: in un sistema industriale (0) la sopravvivenza (1) è soddisfatta dalla capacità/possibilità di mobilitare (verso di noi) la produzione industriale (P) attraverso lo scambio in denaro, per soddisfare i (nostri) bisogni (C). Il dinamismo economico industriale sussiste quando è in grado di migliorare il rapporto qualità prezzo.
Possiamo notare la sua universalità di paradigma, ossia è valido tanto a livello personale come a livello macro e micro economico.
Traduzione del paradigma in linguaggio matematico
INDICE: Il rapporto tra produzione e consumo, il paradigma dell’economia consumista, da grafico è diventato una frazione, ma con i medesimi contenuti logici. La frazione descrive, perciò, lo stesso rapporto ciclico.
6.3 Studiare il paradigma in formato matematico-quantitativo
Riprendiamo da dove avevamo concluso, sempre attenti a non uscire dal paradigma iniziale: la frazione logica in formato grafico è uguale alla frazione in formato matematico

Per comodità sviluppiamo P/C, tralasciando provvisoriamente il rapporto qualità prezzo che reinseriremo più avanti e utilizziamo il metodo di calcolo in €.
Inserito il calcolo in € nel metodo, la prima parte della formula logica, che integreremo più avanti, del paradigma su cui lavorare è

6.4a – Introduzione del dinamismo economico-industriale
4a La comunità familiare titolare del ciclo di trasmissione del logos della vita è, per sua natura, anche il distributore del reddito in denaro secondo le necessità dei componenti.
Rapporto sopravvivenza: produco 1, perché per sopravvivere mi serve 1

6.4b – Introduzione nel paradigma economico l’ipotesi di eccesso di risorse
Quando il denaro ricevuto va oltre la necessità di sopravvivenza, la comunità familiare lo può spendere per altri beni. La quota che alla famiglia serve a mantenere in atto il ciclo della vita è 1, ma supponiamo che essa riceva, o si renda disponibile, una quota di denaro in più (b). La sopravvivenza della comunità familiare ora è garantita da 1-b. (Da dove venga questo surplus lo scopriremo più avanti, per ora ci limitiamo a ipotizzarlo come presente).

6.4c – Collegamento alla scienza economica del ciclo di trasmissione del logos della vita.

Dal paradigma mostratoci dalla presa d’atto sappiamo che la singola comunità familiare è necessariamente parte della società industriale. Anch’essa, per esistere, ha bisogno di denaro. Una parte di questo denaro in più va versata alla società attraverso le tasse (t). Le tasse sono la quota (t) che tolgo dall’intero surplus (b) e, di conseguenza, la quantità di surplus speso secondo i desideri della singola comunità familiare è b*(1-t).
Denominatore sociale
La formula matematica distinta in aumento della spesa personale e comunitaria, contiene gli stessi elementi del ciclo di trasmissione del logos della vita con la stessa relazione ciclica.

6.5a – Il nominatore produzione industriale “p” della formula e del paradigma

Quando il consumo per la sopravvivenza è già soddisfatto dall’attuale sistema produttivo, il denaro speso in più (b), per essere trasformato in nuovo prodotto, ha bisogno di essere investito in nuova organizzazione produttiva.
L’aumento della produzione (P) prodotto dal surplus di denaro lo distinguiamo nelle sue componenti che abbiamo già identificato al denominatore.
C= Consumi fondamentali;
I= aumento investimento privato;
G= aumento investimento pubblico
6.5b – L’adeguamento della parte produzione industriale alla formula ciclica
Gli stessi elementi del paradigma presenti al denominatore si devono trovare al nominatore.
𝑷 = 𝑪 + 𝑰 + 𝑮 𝒆 𝒒𝒖𝒊𝒏𝒅𝒊 →

6.5c – Corrispondenza del paradigma alla formula del PIL
Data questa definizione di PIL
«Il valore totale della spesa delle famiglie per i consumi e delle imprese per gli investimenti è rappresentato dall’identità keynesiana Y=C+G+I+(X−M). Qui, Y è il PIL, C sono i consumi finali, G è la spesa statale per consumi finali, stipendi e investimenti pubblici, I sono gli investimenti privati, e (X−M) è la bilancia commerciale, ovvero il saldo tra esportazioni (X) e importazioni (M). L’identità considera anche l’aumento delle scorte come componente degli investimenti.»[5]
Osserviamo subito come il nominatore della formula corrisponda esattamente a quella del PIL, considerato senza gli elementi esterni (X-M) della bilancia commerciale. Questi elementi che gestiscono il rapporto con l’esterno, infatti, non possono esistere in un paradigma universale: fuori dall’universale/pianeta non c’è nulla.
Traslazione a PIL del paradigma economico industriale, parte del ciclo di trasmissione del logos della vita
Siamo arrivati a renderci conto del collegamento inevitabile paradigma-indice.
In questo caso si tratta del paradigma dell’economia ma ogni altro paradigma ha questa integrazione. Per questa coscienza NON ci serve approfondire ancora collegando il paradigma al modello IS_LM (Investment Saving – Liquidity Money, ovvero Investimento Risparmio – Liquidità Denaro)[6].
Difatti, con questa correlazione grafica paradigma-matematica-indice abbiamo già intuito che:
- scoperto il paradigma universale, le altre leggi dell’economia vanno di conseguenza;
- le leggi sono collegate al ciclo di trasmissione della vita di cui abbiamo preso atto all’inizio del nostro esistere.
- Il sistema è ciclico come il paradigma da cui deriva.
Questa caratteristica interdipendenza la possiamo ricordare come la regola/necessità universale della “traslazione del paradigma”.
6.5d – il perfezionamento dell’indice nella sua ciclicità
Nell’ultimo incontro mi è stato domandato che senso avesse studiare il paradigma quando anche praticamente le altre scienze arrivano allo stesso risultato. In realtà non è così. Vediamo l’applicazione del paradigma del ciclo di trasmissione del logos della vita alla formula del modello IS_LM.

Poiché conosciamo la natura ciclica della formula possiamo individuare come si generi la quantità di denaro in eccesso, il surplus bonus (b) da spendere che attiva il dinamismo del ciclo del “PIL”
In realtà questa formula del “PIL” che stiamo dando per buona e ciclica, è errata nella sua parte ciclica. La specificità di un ciclo è presente quando al nominatore sono espressi gli stessi elementi del denominatore. Da dove viene “b” questo surplus ipotizzato che dinamizza il ciclo IS_LM?
Non potendo collegare “b” ad un singolo fattore potrebbe sembrare che la presenza del surplus “b” come bonus, sia un fattore esogeno, mentre, per tenere in piedi il ciclo, “b” deve essere prodotto da un fattore sempre presente. Il dinamismo dell’economia industriale è l’applicazione della scienza e della tecnica all’energia artificiale per superare il rendimento dell’economia artigianale pre-industriale: “b”, infatti, viene prodotta dallo sviluppo scientifico-tecnico industriale, che, riducendo i costi produttivi della “sopravvivenza (C→ 1)” libera il surplus di risorse che chiamiamo “b “.

In questo modo la formula rappresenta effettivamente un ciclo che si potrebbe mantenere nel tempo, anche se ora il suo dinamismo varia al variare dello sviluppo scientifico-tecnico-organizzativo applicato alla produzione.
Questa piccola differenza cambia moltissime cose. Contiene per esempio la scolarità, contiene la microeconomia TPS, contiene l’investimento per la ricerca, contiene la sapienza organica,… ma ancora non è sufficiente.
Lo sviluppo del paradigma comporta lo sviluppo di qualsiasi scienza
Le caratteristiche del paradigma comprendono e controllano lo sviluppo del paradigma specifico.
Ma la scienza-tecnica da dove viene?
Occorre sviluppare ancora il paradigma nei suoi elementi
Gli strumenti che fanno esistere la vita
7. La struttura costruttiva e di controllo, la sussidiarietà
Solo qualche indicazione per confermare che rimaniamo nel metodo scientifico
Continuiamo a ricavare dalla stessa presa d’atto gli strumenti per comprendere meglio la natura della stessa.
7.0 il paradigma è un unico ciclo costituito esclusivamente da cicli

7.1Strumento, piani costruttivi del ciclo
Le caratteristiche logiche che fanno esistere il ciclo sono lo strumento della sua esistenza.
A – I piani del ciclo-paradigma.
1 – Il ciclo di trasmissione del logos della vita è composto da altri cicli con il compito di realizzarlo.
Esempio: Il ciclo di trasmissione del logos della vita viene realizzato attraverso l’azione dell’ente sociale comunità familiare.
B – Il dinamismo. Il dinamismo può costruire nuove logiche o semplicemente riproporre lo stesso ciclo in un tempo diverso. In ogni caso, per mantenere il ciclo della vita umana nel tempo occorre che:
2 – Ogni singola parte del ciclo di trasmissione del logos della vita possieda un dinamismo ciclico che lo realizza.
Ogni parte del ciclo ha un proprio dinamismo che genera sé stessa insieme al ciclo di trasmissione del logos della vita.

Oggi il ciclo di trasmissione della vita ha bisogno dell’economia industriale per realizzare il suo lato materiale. Ciascuna delle parti ha il suo dinamismo concretizzatore.
Il dinamismo totale costituisce un unico ciclo quando la parte realizza il tutto.

Struttura del ciclo di trasmissione del logos della vita
Il paradigma che non abbiamo fatto noi, perché è il ciclo che trasmette il logos della vita, è composto da parti che sono logiche di azione costruttiva. Ciascuna di queste logiche costruttive ha un dinamismo che la realizza.
La trasmissione della vita socio-economica si compone delle logiche che sorreggono la comunità familiare e di quelle che sorreggono l’economia industriale.
7.2 Strumento, matrice costruttiva ciclica

Struttura unitaria del singolo ciclo nella diversità delle parti
Il ciclo di trasmissione del logos della vita, fin dall’inizio, contiene cicli intrecciati tra di loro, lo abbiamo già verificato.
Le logiche realizzano già il ciclo della vita, per cui qui usiamo la matrice al contrario, per distinguerle nell’unità, garantendo così la scientificità. Utilizziamo come esempio la società e l’economia che già conosciamo.
La caratteristica ciclicità della vita può così essere osservata, attraverso lo strumento dei piani nelle sue singole parti cicliche che lo fanno esistere.

Come nell’immagine sottostante che riporta la matrice soprastante, la ciclicità delle parti si mantiene nella matrice con cicli sovrapposti costituiti da princìpi sintetizzanti o da criteri di sviluppo. Il dinamismo dell’economia (cicli neri) è determinato dallo sviluppo della società (cicli rossi) e viceversa. La sovrapposizione delle parti che genera l’esistenza impedisce lo sviluppo separato dell’una o dell’altra.

In pratica, nella socio-economia, l’una senza l’altra non riesce ad esistere, come abbiamo già verificato nella formula IS_LM, o anche possiamo verificare come la modifica dell’una modifichi automaticamente anche l’altra.

Matrice unitaria del paradigma
Il ciclo della vita pentavalente è formato da altri cicli-parte. Ciascuno di questi cicli-parte è composto da altri cicli. Il loro dinamismo si sovrappone tanto da rendere possibile solo lo sviluppo contemporaneo di entrambi.
La matrice è lo strumento che serve per distinguere i sotto-cicli, i criteri di sviluppo nei sotto-criteri di sviluppo dell’unità iniziale e mantenere la scientificità, oggettività ed universalità.
7.3 Strumento, caratteristiche universali della prassi costruttiva

Il metodo scientifico ci impone di esplicitare il paradigma solo attraverso le logiche in esso già contenute. Riprendiamo ad osservare il ciclo di trasmissione del logos della vita questa volta alla ricerca della sua prassi costruttiva.
Il ciclo primario realizza la propria esistenza attraverso una struttura tipica della prassi vitale, l’autocostruzione a titolo proprio[7], struttura necessaria all’organismo, e che costituisce il modo universale e necessario di costruirsi anche delle sue parti.
Questo tipo di prassi è necessitante in quanto distingue la vita dalla morte.
7.3.a le caratteristiche della prassi sono mostrate dal ciclo
- La religiosità unificante. Religiosità significa, infatti, “mettere insieme”, ed è la logica dell’agire del ciclo nella sua totalità che poi si replica nei cicli parte. Esso, proprio perché è la logica auto-costruttiva totale, è il trascendentale sintetico che “contiene” le parti analitiche che lo compongono.
- (A) L’educatività è una proprietà relativa alla logica interna oggettiva della parte del ciclo della vita e non è l’educazione. Corrisponde alla proprietà della presa d’atto organica chiamata auto-attivazione.
- (B) La moralità è una proprietà relativa all’auto-costruzione di ciascuna delle parti del ciclo della vita in funzione della trasmissione della vita. È una proprietà necessaria al ciclo e quindi non è la morale;
- (C) La socialità è una proprietà del ciclo della vita e non è il sociale. Riguarda la sua necessità di attivare lo sviluppo di una sola logica comunitaria contenente le diverse razionalità particolari di azione;
- (D)La missionarietà è la norma costruttiva della socialità, è una proprietà del ciclo della vita e non si riferisce alla Mission ISO. Consiste nel realizzare la religiosità, che è il ciclo della vita, e, nel contempo, a generare nuova auto-attivazione della vita (o educatività)(D=A).
Il ciclo della vita è tutto e totalmente composto da trascendentali dinamici che costituiscono le qualità dell’azione necessarie al suo stesso esistere.

7.4 Strumento, caratteristiche universali dei controlli

Ogni prassi costruttiva ha il rispettivo ciclo di controllo
7.4.a gli elementi del ciclo di controllo Laico
Si tratta di un ciclo di retroazione classico, il feed-back. Ad ogni fase ciclica corrisponde la rispettiva retroazione di controllo salvifica. La nomenclatura è quella della dottrina sociale cristiana che l’ha indicata.
Nel ciclo la norma costruttiva della parte (ossia la moralità) ha come fattore di controllo l’effettiva capacità di costruire la dignità della persona umana (o della parte), mentre la validità della socialità propria della comunità è tale quando ha come fattore di controllo il bene comune vitalmente operante delle parti. La norma costruttiva del sociale, il cui sviluppo è la missionarietà che ha come proprio fattore di controllo la solidarietà,ossia la capacità di mantenere l’auto-attivazione della socialità mentre produce l’auto-attivazione delle parti attraverso la costruzione della dignità della persona/parte del ciclo. Il fattore di controllo è appunto la sussidiarietà.
Queste caratteristiche costituiscono ogni processo produttivo ciclico organico.
7.4.b Equivalenza della forma grafica del paradigma

Figura 1: I cicli auto-costruttivi 1 e 2 sono presenti in entrambi i grafici.
La verifica dell’equivalenza consiste nel collegare tra loro le lettere che contrassegnano le varie logiche dell’agire, e nel controllare che le frecce siano tutte nella stessa direzione.

Figura 2: Ogni elemento corrisponde all’altro in tutto, compresa la direzione dei vettori. |
7.5 Paradigma analitico, con integrazione della matrice con la prassi costruttiva e di controllo (socio-economica)
Ecco il risultato finale, il paradigma tradotto in Matrice organico-dinamica operativa, nella quale possiamo osservare, cerchiata in rosso, la necessità della scienza-tecnica per il ciclo di trasmissione del logos della vita del ciclo socio-economico. Precedentemente l’avevamo introdotta solo come necessità per la permanenza del ciclo, ora ne osserviamo la dimensione di necessità.


8. La sequenza o teoria delle forma cicliche
La costruzione del ciclo di trasmissione del logos della vita avviene attraverso una scalarità nella quale il ciclo primario contiene altri cicli che contengono a loro volta altri cicli, e così via, ma tutti che vanno a costruire il ciclo primario.
8.1 rilevazione dei processi, determinazione delle parti necessarie
La tecnica per costruire un processo secondo il paradigma è interessantissima, si trova nella matrice ma è lunga da esporre. Come indicazione essa è molto simile a quelle indicate nei testi classici. La esporremo qualora si presentasse la necessità.
8.2 sintesi tra logiche nei sotto-cicli
Caratterizzare un sotto-ciclo è semplice, basta cambiare le colonne e le righe. Segue un esempio orientativo.
Una volta individuato il ciclo, si coniuga con quello dell’economia industriale tipica della trasmissione della vita. Si controlla che tutto sia ciclo, tanto in orizzontale come in verticale.
Ciclo di trasmissione del logos della vita | Globalizzazione reticolare | Economia industriale pentavalente | Profitto pentavalente (individuo-persona, famiglia, ambiente,… |
Cultura del profitto scientifico-ingegneristico vitalmente operante | Politica come scienza e tecnica costruttiva dell’infrastruttura sociale materiale | Sviluppo scientifico tecnico ingegneristico pentavalente | Aumento della qualità scientifica socio-economico-ambientale individual-personal-comunitaria |
Ingegneria civile[8] | Strutture sociali Università, studi, clientela | Imprese TPS (edili, idrauliche, …) pentavalenti, ingegneri in grado di realizzare prodotti e organizzazione | Costruzione di organizzazioni TPS o ISO 9004 con indice pentavalente |
Progetti per la costruzione sicura di manufatti che permettano l’esistenza del ciclo che trasmette la vita | Prassi costruttiva del KmZero sociale di università, studi, progetti costruttivi delle strutture sociali, reti sociali e ambientali cicliche | KmZero economico-realizzatore di prodotti pentavalenti | Progettazione dell’equilibrio del profitto pentavalente dei manufatti necessari all’esistenza del ciclo |
9. L’indice generativo delle 5declinazioni, il nuovo PIL
L’indice generale è la traduzione del paradigma, guida lo sviluppo del ciclo di trasmissione del logos della vita, e produce il futuro umano governandone la capacità di esistere come ciclo organico. Unico paradigma = unico indice.
9.1 La produzione della realtà storica vitalmente operante attraverso un unico ciclo dinamico
Ci troviamo in una fase di autodistruzione, abbiamo assoluto bisogno di cambiare il modello di sviluppo consumista [LS194] con quello che traduce il paradigma del ciclo di trasmissione della vita.
I criteri di sviluppo organici ( o logiche universali di sviluppo o sapienza) danno origine ad un unico ciclo di miglioramento continuo detto modello di sviluppo Life giving-life, in cui l’indice vàluta il risultato ottenuto e pilota la ripartenza o la correzione ( n° 5, prima cella a sinistra della figura) delle logiche trasmesse.

L’indice vàluta la presenza di ciò che produce il ciclo vitalmente operante, che è, appunto, la vita organica, e che si riconosce dalla presenza dell’ auto-attivazione delle parti in senso vitalmente operante.
9.2 – le 5 matrici dello sviluppo integrano ogni attività umana
- Poiché lo sviluppo qualitativo si può espandere indefinitamente, non è necessariamente collegato allo sviluppo quantitativo come il “PIL”, che per questo ha limiti planetari, tuttavia questo sviluppo qualitativo si deve poter misurare.
- Dello sviluppo si misura il dinamismo, la generatività[9] del ciclo stesso.
- Il paradigma è il sistema pentavalente di trasmissione del logos della vita, universale e di conseguenza si estende ad ogni attività umana di ogni spazio e tempo: questa caratteristica viene traslata all’indice.
- L’indice primario della matrice si coniuga con qualsiasi attività umana attraverso il corretto uso della matrice.

Applicazioni del paradigma al manifesto
Manifesto in sintesi
- L’universalità del ciclo di trasmissione del logos della vita richiede l’approccio globale.
- Corrisponde alla natura umana anche nel suo lato religioso.
- L’unicità del logos del ciclo della vita, unita alla sua universalità richiede l’approccio olistico ed interdisciplinare.
- Il ciclo di trasmissione del logos della vita è il fine stesso della sostenibilità.
- Il ciclo che trasmette il logos della vita umana è il primo e più importante bene comune da cui discende ogni altro bene umano e comune.
- Il logos del ciclo della trasmissione della vita è la sorgente di ogni etica globale individuale, personale, comunitaria, sociale, economica ed ambientale.
Approcci globale
C’è bisogno di un approccio globale che rispetta la diversità storica, culturale, geografica e biofisica di un mondo interconnesso, offrendo così un pianeta condiviso a tutti i popoli di America, Africa, Asia, Europa e alle società insulari del mondo.
L’approccio globale attraverso criteri di sviluppo si fonda su ciò che è presente e vitalmente operante. In questo modo potenzia la cultura già presente senza sostituirla con un’altra cultura.
Anche i criteri di sviluppo/ princìpi sono già presenti in ogni singola presa d’atto e costituiscono il patrimonio comune inalienabile che discende dal ciclo di trasmissione del logos della vita.
Ciascuna realtà evolve in modo vitalmente operante, ma senza denaturarsi o isolarsi.
Esplicitazione della natura umana
che sostituisce le pericolose semplificazioni dell’homo economicus con la realtà degli esseri umani come “zoon politikon” (animali sociali) con il potenziale per coltivare le virtù sociali della fiducia, della cooperazione, della cittadinanza e del rispetto reciproco tra culture e società.
Il ciclo di trasmissione del logos della vita è la natura umana in relazione primigenia col sociale.
Approccio olistico ed interdisciplinare
in cui i processi economici fondamentali – produzione, consumo, investimento, distribuzione, allocazione del tempo – sono incorporati nei sistemi naturali (come il clima e la biodiversità), nei sistemi ingegneristici (come le reti elettriche, digitali e di trasporto), nei sistemi sociali (come la cultura, la religione e l’etica) e nei sistemi politici.
La Matrice pentavalente mostra come i sistemi economici fondamentali sono incorporati in ogni altro sistema e processo e lo generano. Essa si traduce nel modello di sviluppo universale Life giving-life
Il ciclo di trasmissione del logos della vita produce il futuro vivo dell’umanità, e lo fa attraverso un indice che controlla la prassi umana nel suo complesso. L’indice del sistema vitalmente operante a miglioramento continuo che chiamiamo Realtà storica, misura l’equilibrio nello sviluppo tra le varie parti, economiche e non economiche, del ciclo pentavalente.
La presenza di un unico indice vitalmente operante guida la costruzione del futuro umano verso lo sviluppo e l’unificazione del mondo vitalmente operante.
Fine stesso della sostenibilità
I molteplici livelli di governance – dalle città e dai villaggi locali alle Nazioni Unite – dovrebbero essere guidati dal principio di sussidiarietà: assegnare le responsabilità politiche al livello di governance più locale in grado di fornire i beni e i servizi pubblici necessari, mentre assegnare alle istituzioni globali le funzioni esclusivamente globali, tra cui la pace internazionale, il disarmo, la sostenibilità ambientale, il controllo delle pandemie e la fine della povertà estrema.
Il paradigma “ciclo di trasmissione del logos della vita” ha la sussidiarietà come elemento costitutivo. La sussidiarietà è sistema di controllo del dinamismo dello sviluppo sociale e presiede a stimolare l’auto attivazione.
Per questa caratteristica di essere controllo universale dello sviluppo sociale, la sussidiarietà viene replicata in ogni parte del ciclo.
Bene comune da cui discende ogni bene umano
e che sviluppa politiche pratiche e metriche per promuovere il bene, in particolare metriche del benessere umano che “vanno oltre il PIL”. Il PIL è stato concepito per misurare la capacità produttiva dell’economia, non per misurare il benessere umano, quindi gli obiettivi della politica economica dovrebbero essere riorientati dalla “crescita del PIL” al “progresso del benessere umano”.
Il paradigma universale ed oggettivo del ciclo di trasmissione del logos della vita si trasla nel corrispettivo indice (la traslazione la abbiamo osservata per il PIL). Dà origine ad un indice oggettivo, applicabile universalmente, e presente “fin dall’inizio” circa la auto realizzazione umana. Va a sostituire il PIL e, per la sua universalità, si coniuga con qualsiasi indice specifico, completandolo.
Sorgente di ogni etica
attingendo alle tradizioni etiche e alle culture di tutto il mondo. La nuova etica economica dovrebbe aiutare a guidare gli individui verso la coltivazione delle virtù personali, le aziende verso la coltivazione di pratiche commerciali etiche e i governi verso la promozione del bene comune.
L’etica discende direttamente dal paradigma che mostra la natura umana, il ciclo di trasmissione del logos della vita. Ogni cultura umana lo ha fatto suo (quasi) anche se talvolta in modo imperfetto: è bene ciò che è vitalmente operante, è male ciò che non lo è
La Matrice, e l’economia in essa contenuta, contiene tutti i princìpi etici irrinunciabili laici e i criteri di sviluppo vitalmente operanti.
Conclusioni
Queste considerazioni generano la conclusione che il manifesto è garantito dalla sua corrispondenza al ciclo della vita. Il dinamismo lo porterà ad incarnarlo sempre più estesamente.
[1] Francesco, Laudato Sii, Libreria Editrice Vaticana Roma 2015, 5-ALCUNE LINEE DI ORIENTAMENTO E DI AZIONE, IV POLITICA ED ECONOMIA IN DIALOGO PER LA PIENEZZA UMANA, § n°/p. 58-59
[2] «160 I principi permanenti della dottrina sociale della Chiesa 341 costituiscono i veri e propri cardini dell’insegnamento sociale cattolico: si tratta del principio della dignità della persona umana — già trattato nel capitolo precedente — nel quale ogni altro principio e contenuto della dottrina sociale trova fondamento,342 del bene comune, della sussidiarietà e della solidarietà. Tali principi, espressione dell’intera verità sull’uomo conosciuta tramite la ragione e la fede, scaturiscono « dall’incontro del messaggio evangelico e delle sue esigenze, che si riassumono nel comandamento supremo dell’amore di Dio e del prossimo e nella giustizia, con i problemi derivanti dalla vita della società ».343 La Chiesa, nel corso della storia e alla luce dello Spirito, riflettendo sapientemente all’interno della propria tradizione di fede, ha potuto dare a tali principi fondazione e configurazione sempre più accurate, enucleandoli progressivamente, nello sforzo di rispondere con coerenza alle esigenze dei tempi e ai http://www.vatican.va/roman_curia/pontifical_councils/justpeace/documents/rc_pc_justpeace_doc_20060526_compendio-dott-soc_it.html].
[3] Chiesa Cattolica, Catechismo della Chiesa Cattolica, Libreria Editrice Vaticana 2003 PARTE TERZA – LA VITA IN CRISTO, SEZIONE SECONDA – I DIECI COMANDAMENTI, Articolo 7 IL SETTIMO COMANDAMENTO CAPITOLO SECONDO – “AMERAI IL PROSSIMO TUO COME TE STESSO” § III. La dottrina sociale della Chiesa n°/p.
[4] «1917 Spetta a coloro che sono investiti di autorità consolidare i valori che attirano la fiducia dei membri del gruppo e li stimolano a mettersi al servizio dei loro simili. La partecipazione ha inizio dall’educazione e dalla cultura. “Legittimamente si può pensare che il futuro dell’umanità sia riposto nelle mani di coloro che sono capaci di trasmettere alle generazioni di domani ragioni di vita e di speranza” [Cf ibid., 30].» Chiesa Cattolica, Catechismo della Chiesa Cattolica, Libreria Editrice Vaticana 2003 PARTE TERZA – LA VITA IN CRISTO, SEZIONE PRIMA – LA VOCAZIONE DELL’UOMO: LA VITA NELLO SPIRITO Articolo 2 LA PARTECIPAZIONE ALLA VITA SOCIALE CAPITOLO SECONDO – LA COMUNITA’ UMANA § III. Responsabilità e partecipazione n°/p.
[5] https://it.wikipedia.org/wiki/Prodotto_interno_lordo
[6] https://it.wikipedia.org/wiki/Modello_IS-LM
[7] La presa d’atto ci ha rivelato l’uomo LAICO come “realtà complessa di io, organismo e vita, animata da un proprio principio vitale, e quindi capace di vivere ed agire a titolo proprio, attraverso un’azione auto costruttiva coerente ed univoca nello spazio e nel tempo come entità ciclica personale e super personale pentavalente vitalmente operanti”.
[8] L’ingegneria civile è il ramo dell’ingegneria preposto alla progettazione di manufatti e infrastrutture destinati all’uso civile e quindi a tutti gli ambiti relativi: edili, geotecnici, infrastrutturali, idraulici, strutturali, urbanistici. Il termine civile indica il carattere della categoria, in contrapposizione a quello militare (genio militare): infatti gli eserciti erano sempre accompagnati da tecnici che fossero in grado di realizzare quanto necessario per far attraversare alle truppe gli ostacoli che incontravano sul loro cammino (si pensi a proposito ai ponti di barche usati da Napoleone nelle sue campagne in tutta Europa).
Elemento centrale dell’ingegneria civile è la “costruzione”, cioè un insieme di elementi che hanno l’obiettivo di svolgere una certa funzione, sopportando determinati carichi (peso proprio, autoveicoli, vento, neve, sismi).[1]La professione è esercitata dagli ingegneri civili, ovvero ingegneri laureati in tale ramo, che possono essere sia liberi professionisti che dipendenti di imprese, enti o amministrazioni sia pubbliche che private.
[9] Il concetto di “generatività sociale” è infatti diventato sempre più rilevante sia per interpretare l’origine della crisi in cui ci troviamo sia per suggerire un percorso di possibile uscita da essa. In particolare, la generatività sociale può essere concepita come quel movimento della vita capace di produrre nuove forme (economiche, politiche, sociali) da cui le nuove generazioni possano trarre beneficio in termini di abilitazione personale e contestuale.
https://www.cattolicanews.it/che-cos-e-la-generativita