La teoria (sequenza) dei criteri di sviluppo
Il consumismo contiene una morale necessaria tutta propria. Non è la morale che genera il consumismo, è il consumismo che, per poter esistere, genera la propria morale. In pratica il consumismo porta già con se le proprie istruzioni d’uso, come il calcolo quantitativo o un elettrodomestico. Nell’esempio che segue indichiamo arbitrariamente il bisogno sociale in un milione di autoveicoli[1]. Il modo per migliorare la produzione e contemporaneamente ridurre i costi è la meccanizzazione.
La modalità per ridurre i costi della meccanizzazione è l’economia di scala, ossia aumentare i pezzi prodotti per poter diminuire i costi di produzione.
L’economia di scala

Figura 3: cosa fa esistere ed applicare il criterio di sviluppo “mors tua vita mea”?
Occorre ridurre i costi produttivi. Supponiamo che il bisogno sociale[1] venga soddisfatto attraverso la mobilitazione industriale[2] dalla produzione di 500mila automobili europee ed altrettante cinesi[3], arrivando a produrne 1milione[3] di veicoli elettrici. A questo punto le aziende si domandano come potrebbero abbassare i costi produttivi e scelgono l’economia di scala[4].
Comperano perciò nuovi macchinari in grado di raddoppiare la produzione di veicoli. La capacità produttiva totale è ora arrivata a 2milioni di veicoli[5], tuttavia il mercato rimane ad 1milione di veicoli. Per pagare le nuove macchine utensili le imprese devono aumentare le vendite ai danni dell’azienda concorrente che, di conseguenza, venderà meno di quanto produceva prima della nuova meccanizzazione. Ogni produzione senza vendita o, peggio, con la chiusura di fabbrica conseguente è spreco istituzionalizzato, ossia prodotto dal modello e non dalle circostanze.

Figura 4: come mai non si può eliminare la povertà nel ciclo consumista?
Per un’azienda produrre meno dopo un investimento significa licenziare un alto numero di personale, quello legato alla diminuzione della produzione e quello legato alla meccanizzazione che ha sostituito gli operai. Di conseguenza, nell’esempio della Cina, si riducono gli occupati, si riduce la massa monetaria, e aumenta la povertà.

Figura 5: la disparità di ricchezza aumenta.
D’altra parte l’azienda europea, all’opposto, ne trae un beneficio: in Europa aumenta la ricchezza, la massa monetaria, e si mantiene stabile l’occupazione.

Figura 6: La ricchezza genera ricchezza, aumentando la forbice.

Figura 7: la velocità della meccanizzazione aumenta la forbice della ricchezza tra nazioni diverse |
La diversità nello sviluppo della ricchezza mette in grado di aumentare in modo diverso gli investimenti, ossia velocizza il dinamismo della meccanizzazione economico-industriale (vedi quadrato blu nell’immagine sottostante) che attraverso una ulteriore riduzione dei costi porta ancor più ricchezza in Europa, aumentando la ricchezza europea e inguaiando ancor più lo stato cinese.
In effetti anche nella realtà osserviamo che le nazioni più ricche diventano sempre più ricche mentre le nazioni più povere sempre più povere, proprio perché a queste ultime viene a mancare il dinamismo dell’industrializzazione.
Del resto, dell’industrializzazione non si può fare a meno: la popolazione mondiale, prima del fenomeno industriale, arrivava a circa 600milioni di abitanti, mentre con l’industrializzazione ora produce il cibo necessario a circa 8miliardi[1] di persone. Per vivere mangiamo ciò che l’agricoltura industriale produce e scambia con denaro.
Ma il processo prodotto dalla meccanizzazione dell’economia di scala non è ancora in equilibrio

Figura 8: L’Italia che aveva sostituito la produzione cinese, proprio per la mancanza di denaro degli operai cinesi, deve ridurre a sua volta la produzione.

Figura 9: La soluzione dello spreco e del debito
Da questo nasce il ciclo consumista

Figura 10: la logica consumista inserita nell’economia industriale dello spreco e dello scarto è la distruzione ambientale e l’autodistruzione planetaria
L’azienda europea, che in questo esempio all’inizio occupa l’intero mercato per la chiusura dell’azienda cinese, si trova di fronte ad una riduzione del mercato. Infatti, la vecchia possibilità di produrre e vendere 1milione di veicoli, si è ridotta per la mancanza dei clienti cinesi che non ricevono più lo stipendio. È perciò costretta a ridurre la produzione a sua volta (vedi quadrato blu nell’immagine sottostante).

Per rimediare occorre far tornare la capacità di acquistare automobili, ovvero ricominciare a distribuire lo stipendio. Di fatto occorre attuare quanto illustrato nel ciclo consumista, ossia per necessità occorre avviare una nuova produzione in un altro ambito (cella colore verde), per non bloccare anche la produzione “italiana”.
Insomma utilizzando la soluzione consumista al problema insito nell’economia industriale la produzione deve espandersi all’infinito. Purtroppo il pianeta non lo permette più.
[1] https://it.wikipedia.org/wiki/Popolazione_mondiale, 07/07/2023